Uno studio riservato spiega quello che c’è dietro il discorso di Letta ai suoi elettori.
Ieri il segretario del Pd Enrico Letta ha lanciato l’allarme democratico sulla vittoria del centrodestra. Ormai però il leader del centrosinistra sembra rassegnato al fatto che la coalizione avversaria vincerà le elezioni del 25 settembre. Quello su cui ora lotta è la non vittoria assoluta del centrodestra che starebbe tutta in 62 seggi. Questo impedirebbe alla destra di conquistare i due terzi del Parlamento.
Per questo Letta ha invitato al voto utile, ovvero non sprecare voti di sinistra per Calenda o per Conte ma darli al Pd perché con il 4% in più potrebbe conquistare quei 62 seggi che sono cruciali. «Se si recuperano i consensi il nuovo governo di centrodestra potrà contare solo su cinque senatori in più a Palazzo Madama», spiega Letta. Il ragionamento si basa sugli “effetti perversi” di questa legge elettorale e del taglio dei parlamentari. Ad essere decisivi sono i collegi uninominali, puntualizza Letta.
Il segretario del Pd si affida al voto utile per limitare i danni
Secondo la dinamica del maggioritario il centrodestra con il 43% di consensi potrebbe avere il 70% di deputati e senatori. Questo sarebbe «uno scenario politico e democratico da incubo», per Letta che si può evitare giocando la partita in quei 60 collegi uninominali contendibili. Per questo votare Calenda o Conte sarebbe un aiuto per la destra. Dare quei voti al Pd riporterebbe la situazione contendibili 24 collegi uninominali e blindare la vittoria in altri 15.
Gli analisti dem che hanno prodotto questo studio che circola nel Nazareno puntano a concentrarsi in Emilia-Romagna e Toscana e nelle grandi città amministrate dal Pd: Milano, Torino, Firenze, Bologna, Roma e Napoli. Ma ci vuole anche una vittoria in città amministrate dal centrosinistra o in regioni in bilico: Trento, Ancona, Bari e la Sardegna. La percezione della vittoria scontata del centrodestra però rischia di spingere gli elettori o a disertare il voto o a votare per il partito di preferenza anche senza che abbia speranza di vincere, quindi non affidarsi al voto utile appellato da Letta.